Dammi la giusta leggerezza...non il giusto peso!
Come con la mindfulness e la meditazione si raggiunge il giusto stato di leggerezza mentale Potere della leggerezza Pratica
Continua...Come con la mindfulness e la meditazione si raggiunge il giusto stato di leggerezza mentale Potere della leggerezza Pratica
Continua...Studi ed evidenze scientifiche sull'efficacia della mindfulness
Continua...La mindful eating per affiancare un percorso di sostegno per combattere i disturbi alimentari
Continua...Esercizi per lavorare su se stessi
Continua...Contributi della Mindfulness al trattamento del dolore cronico
Continua...Cosa è un percorso di coaching
Un percorso di coaching è un processo di sviluppo personale o professionale che implica la collaborazione tra un coach e un coachee (cliente) al fine di raggiungere obiettivi specifici.
Il coaching si concentra sul presente e sul futuro, e si basa sull’idea che il coachee abbia già le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi desiderati. Il ruolo del coach è quello di aiutare il coachee a scoprire e usare queste risorse, utilizzando tecniche e strumenti di coaching
Il tuo coach è come il tuo copilota in una gara di rally...ti affianca, stabilisce con te il percorso e ti segue passo passo fino al raggiungimento del tuo obiettivo!
Va a meglio definire i propri obiettivi e a raggiungerli, a
far acquisire maggior consapevolezza di sé, aiuta a vivere le relazioni in modo
equilibrato e armonico e sostiene nei momenti in cui ci si sente persi e soffocati
in rapporti tossici e difficoltà relazionali.
IMPORTANTE!
Cosa NON E' UN COACH
Non è uno psicologo
Non è un mentor
Non è un counselor
IL COACHING NON È uno psicologo
Chiaramente, diagnosi e prognosi sono atti esclusivi
della professione medica. Perciò, dal suo campo d’intervento sono escluse tutte
le patologie psicologiche e la cura di malesseri e patologie in genere.
Anzi, un Coach professionista, soprattutto in ambito LIFE, il Coaching sulle
questioni personali, prima di tutto si occupa di valutare se il caso proposto
dal suo potenziale cliente non sia un caso di competenza clinica, o di altro
professionista (psicoterapeuta, psicologo o counselor), ed eventualmente si
adopera per poter effettuare un corretto invio del cliente.
IL COACH NON CURA NESSUNO! Attenzione, perché il Coach non cura nessuno!
IL COACHING NON È MOTIVAZIONE
Il coaching non è motivazione, né esaltazione.
Il Coaching non è fare corsi motivazionali.
La motivazione esterna ha la caratteristica di essere forte inizialmente, e questo perché ci fa sentire tutti supereroi, ma poi nel tempo si esaurisce, e dobbiamo continuamente recarci a quella pompa di benzina, ovvero di motivazione, per essere motivati a fare qualcosa.
Il Coach si occupa invece di motivazione interna che è uno degli aspetti di un percorso di Coaching. Quella motivazione intrinseca che il cliente (in gergo tecnico chiamato “coachee”) impara a generare dentro di sé, che magari richiede più tempo per consolidarsi ma è più duratura e, potenzialmente, non si esaurisce finché non hai realizzato pienamente il significato che aveva per te fare una certa cosa.
Accade spesso che anche le aziende ci chiamano e ci chiedono di motivare i propri collaboratori.
Ma il fatto è che nessuno può motivare nessuno, se non lo vuole, neanche il migliore dei coach.
Molte volte, la vera esigenza aziendale è quella di una consulenza strategica o organizzativa, oppure di un progetto di Coaching ben più ampio della sola motivazione.
Il Coach lavora anche sulla motivazione ma non motiva.
IL COACHING NON È CONSULENZA
Il Coaching non è consulenza. Il consulente è esperto di un settore, di una materia, come può essere il campo fiscale, da qui il consulente fiscale. Come può essere l’organizzazione aziendale, da qui il consulente organizzativo.
Questi consulenti sono pagati per fornire al cliente risposte e soluzioni, in veste di esperti.
Il coach è pagato per porre domande e aiutare il cliente a generare maggiori opzioni di scelta per trovare le migliori soluzioni. Quindi è il cliente stesso a trovare le risposte giuste per lui in quel momento.
E se il cliente queste risposte non le ha o non riesce a generarle?
O il coach è anche esperto della materia e quindi può fornire lui i suggerimenti utili, meglio in maniera indiretta, attraverso metafore, anafore e storie, oppure serve un consulente.
Ad esempio, se una persona sceglie un percorso di coaching perché vorrebbe dimagrire, sicuramente il cambiamento insito nel processo di dimagrimento ha a che fare con i suoi modi di pensare, di percepirsi, le sue convinzioni, la sfera emotiva. Quindi, tutto ciò che ha a che fare con lo sviluppo delle potenzialità personali, l’autodeterminazione, la consapevolezza e la responsabilità personale (i veri contenuti del Coaching).
Ma se questa persona non sa cosa mangiare, come mangiare e come cucinare i cibi, dimagrirà? No, perché gli serve il nutrizionista! Ovvero il consulente nutrizionale.
Se questa persona non è minimamente attiva e non sa come fare attività fisica, quante volte, quali esercizi, ecc. Dimagrirà? No, perché gli serve il Personal Trainier! Ovvero il consulente per l’attività fisica.
Il coach non fornisce soluzioni, ma è una guida per far sì che le soluzioni le trovi dentro di te.
IL COACHING NON È FORMAZIONE
Il Coaching non è neanche formazione!
La formazione è un processo che ha come obiettivo quello di portare una persona a raggiungere uno standard prestabilito di competenza, attraverso la pratica e l’istruzione.
E quindi, si tratta di trasmettere informazioni, abilità e conoscenze per sviluppare delle capacità.
Delle volte le aziende ci dicono che devono fare un corso e che gli serve un coach. Questo ci fa capire che non hanno molto chiara la differenza tra Coaching e Formazione.
Se si deve fare un corso serve un formatore, non un coach.
Ben venga poi che il formatore abbia competenze di Coaching o sia anche un Coach, perché così potrà affiancare allo stile maggiormente direttivo per impartire informazioni, anche uno stile facilitante tipico del Coaching, ad esempio utilizzando domande per coinvolgere, stimolare i partecipanti ed estrarre dagli stessi conoscenze preesistenti e idee personali.
Un formatore si occupa di didattica e può esserci sia un rapporto uno a pochi e sia uno a molti.
Un Coach, invece, si occupa di performance in un rapporto uno a uno oppure di uno a pochi.
E se poi la didattica è funzionale alla prestazione, allora se ne occupa ma deve possedere competenze didattiche appunto, ovvero essere anche un formatore.
Il coaching non si occupa di didattica ma di performance.
Il Coaching sembra facile e in una certa misura lo è. Ma non è sempre facile farlo bene.
È bene diffidare di chi propone il Coaching come una soluzione per ogni problema. O di chi vuol far passare risultati incredibili, ottenuti in pochissimo tempo.
IL COACHING NON È STANDARDIZZATO
Non esiste un solo tipo di Coaching ma vari modelli, vari metodi e varie scuole di Coaching.
Il Coaching non è una metodologia unica e codificata a livello mondiale, ma ci sono diverse organizzazioni di categoria che hanno ratificato una specifica definizione del Coaching, delle sue competenze e fornito un Codice Etico ai Coach Professionisti.
Attualmente non sono neanche molti gli studi scientifici sul Coaching. Negli ultimi anni vengono fatte più ricerche ma non è tutto validato scientificamente.
Come tante altre discipline umane, ci sono molti e diversi approcci.
Puoi trovare il Coaching Umanistico, il Coaching Strategico, il Coaching con le Neuroscienze, il Coaching con la PNL.